Estratti

“Il termine rêverie, difficilmente traducibile in italiano, col suo significato di fantasticheria, sogno, immaginazione fantastica – quell’abbandonarsi a occhi aperti, dimentichi della logica e della razionalità, a memorie ed immagini del presente con la libertà del sogno – mi sembra particolarmente appropriato per i dipinti di Carlo Cola, per quel suo modo di rappresentare la realtà in maniera fedele ma quasi trasfigurata, come se dalle cose emanasse una sottile sensazione poetica di sogno, di fantasia, che diviene il mezzo attraverso cui l’artista ci trasmette le sue emozioni, la sua personale ed intima visione del mondo.”

Silvia Evangelisti

 

“Protagonista dei dipinti è la luce, intensa e “assoluta”, che invade la tela con la forza e l’energia di una fonte di vita: una luce-colore che taglia come una lama la superficie del dipinto, rendendo “pulsante” la rappresentazione e trasformando gli oggetti stessi.”

Silvia Evangelisti

“I quadri di Cola non sono, infatti, mai visivamente abitati, eppure – ne siamo certi – qualcuno abita quelle stanze, quelle case, quegli atelier; qualcuno frequente quelle chiese, quelle biblioteche; qualcuno sale e scende quelle scale, apre quelle finestre, si affaccia a quei balconi di cui si indovina l’esistenza; qualcuno è appena uscito da quelle porte semiaperte, qualcuno sta per entrare.”

Silvia Evangelisti

 

“Per Cola il colore è un simbolo, anzi, è il simbolo che consente di trovare corrispondenze esteriori alla complessità dell’universo interiore.”

Fabio Lazzari

 

“Amico vero e prezioso, Carlo è uno di quegli uomini-bambini che sanno accogliere e trasmettere la meraviglia di un’emozione pura con la semplicità con cui un fiore si apre ai raggi del sole a alla pioggia.”

Fabio Lazzari

 

“Quella di Carlo Cola è una pittura sorprendentemente anti-contemporanea, che ha proprio in una voluta, cosciente, quanto drastica presa di distanza dagli stimoli provenienti dai linguaggi e dalle formulazioni caratterizzanti la storia dell’arte più recente, il suo fulcro poetico e visivo.”

Massimo Riva

 

“Quello di Cola è un mondo tutto mentale, fortemente anti-naturalistico, che ci parla di noi stessi, delle nostre letture, delle nostre passioni e dei nostri amori, in breve della nostra intimità.”

Massimo Riva

 

“La Pittura di Cola può essere giustamente rapportata a quella degli impressionisti per la modalità veloce del suo farsi. Degli impressionisti condivide, infatti, l’urgenza di trasferire immediatamente sulla tela, coi colori, L’ATTIMO. Ma, il gesto impressionista, è mirato a fissare nell’eternità pittorica l’attimo fuggente della percezione atmosferica, colta nel suo continuo mutare. Mentre Cola dipingendo trasferisce sulla tela, in un attimo, la fuggevole percezione visiva dell’eterna – luminosa – immanenza delle cose.”

GP Bianki